Petrolio: scorte USA in aumento e prezzi in calo
L’accordo Opec di aprile e la situazione attuale
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Il calo della richiesta di petrolio a livello mondiale non è una novità in questi tempi di pandemia da Covid-19 e l’accordo OPEC Plus Plus, siglato lo scorso Aprile ed entrato in vigore il 1° Maggio, mirava già a contrastare il crollo del costo della materia prima attraverso la riduzione della produzione da parte dei paesi OPEC e di altre nazioni come Stati Uniti, Russia ed Messico. Una misura forse tardiva, come era stata giudicata a inizio primavera, e che probabilmente deve ancora mostrare i suoi risvolti che si protrarranno fino a fine anno.
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Allo stato attuale però, a pesare sull’industria del petrolio c’è il perdurare della pandemia e una ripresa che stenta a decollare. Il report mensile dell’Opec, infatti, conferma la previsione del calo della domanda di petrolio che, per l’anno in corso, dovrebbe far registrare quota -9,1 milioni di barili al giorno. La leggera crescita delle produzioni non Opec, di circa +0,3 milioni di barili al giorno, non è comunque sufficiente a stabilizzare, tantomeno a far risalire, il prezzo del petrolio a livello mondiale.
L’aumento delle scorte USA e gli effetti sui prezzi
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In questo panorama, si inserisce anche la notizia che le scorte USA continuano ad aumentare, anche se ad un ritmo meno importante rispetto a un paio di settimane fa. Dopo i precedenti aumenti settimanali di +5,72 e +1,21 milioni di barili, infatti, l’ultimo dato sulle scorte USA di petrolio fa registrare un +1,7 milioni di barili, anche se in contrasto con i numeri che riportano una diminuzione delle scorte di benzina. In questo panorama di incertezza, il costo del petrolio continua a mantenersi basso e a pesare, oltre alla pandemia in corso, c’è anche la paura di una nuova ondata di contagi nei prossimi mesi